Nimby - Not in my backyard
Etichetta: autoprodotto
Rating:
La linea musicale musicale dei calabresi Nimby è chiara si dalle due tracce con cui comincia il disco, Thin lines among them e Day hospital: un alternative rock emozionale, fatto di suggestioni chitarristiche, impasti sonori tendenti a leggere digressioni psichedeliche e una linea canora semplice ed azzeccata che a volte apre in ritornelli godibilissimi. L’alternarsi di parti potenti e altre più sognanti e il ricercato intreccio di chitarre mi ha ricordato i primi Marlene Kuntz (N.I.M.B.Y.) mentre altrove, diciamo dalla sesta traccia in poi, il gruppo sembra strizzare l’occhio a certo rock “mainstream”, per via di strutture e armonie forse più tradizionali ed accessibili (Church of reason, All dogs go to heaven, Summer), tanto richiamare grupponi da stadio come Pearl Jam o Foo Fighters. L’album si chiude con l’interessante Rubber moon, un brano per chitarra acustica, flauto e patters sonori che mi ha rimandato a certi mantra rupestri frikkettoni degli anni settanta. Non colpisce per originalità della proposta, questo disco, i Nimby non osano avventurarsi in sperimentazioni o acrobazie sonore per scioccare chi ascolta ma hanno le idee chiare e un songwriting accurato e il tutto, alla fine, suona come deve suonare.
[Luigi Malara]