Cosmic Box - L.B.S. (last broadcasting station)

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Cosmic Box - L.B.S. (last broadcasting station)

Etichetta: Alka Record Label

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Un disco può colpire e sorprendere per diversi motivi. Non sempre per lasciare il segno è necessario impressionare l'ascoltatore con mirabolanti effetti speciali o con sonorità innovative e fuori dagli schemi. La maggior parte delle volte per catturare l'attenzione basta fare il proprio lavoro bene e con passione, e tanto basta. E "L.B.S. (last broadcasting station)", ovvero il nuovo album dei ferraresi Cosmic Box incarna straordinariamente bene questo principio universale, che vale in ambito musicale e non solo. Il disco, il primo album vero e proprio del gruppo, arriva a ben quattro anni di distanza dal debutto discografico della band con l'ep "Notte better... Simply different" grazie al quale i Cosmic Box erano riusciti a mettersi in mostra suscitando la curiosità del pubblico e degli addetti ai lavori, e ad oltre sedici anni dalla nascita del progetto. E tutta quest'esperienza maturata nel corso degli anni, sebbene tra cambi di pelle, di nome e rimpasti della lineup, si avverte e come ascoltando "L.B.S.". Il disco suona veramente molto bene, dieci pezzi dal sound robusto, maturo e decisamente internazionale che non sfigurerebbero affatto se ascoltati insieme a quelle costosissime produzioni dei ben più famosi e blasonati colleghi d'oltreoceano.
Il disco guarda molto agli Stati Uniti, e a tutta quella scena rock che negli anni '90 ha fatto scuola. Grandi maestri apparteneti alla scena rock grunge come Pearl Jam e Foo Fighters, ma anche rock band più recenti ma comunque molto influenti e dalle sonorità più morbide, come Incubus e Feeder e gruppi un po' più indie come i Kasabian giusto per citarne uno, sicuramente non saranno mancati nel corso degli anni nel lettrore cd dei nostri rocker emiliani.
La tracklist del cd è molto ben studiata ed è caratterizzata da una buona alternanza di pezzi un po' più tirati e ritmati e brani un po' più melodici e meno aggressivi che permettono di allentare la tensione e tirare un po' il fiato senza però far mai calare l'attenzione dell'ascoltatore. Una sezione ritmica potente e incisiva, chitarre ruvide e graffianti quanto basta, e un cantato che ricorda in maniera quasi inquietante in alcuni punti la voce di Brandon Boyd, molto versatile che sa essere a seconda dei momenti aggressivo e taliente oppure caldo e profondo, sono sicuramente gli elementi di forza di questo disco. Inoltre se ci aggiungiamo il fatto che il cd è molto ben arrangiato, prodotto e confezionato (sì, anche il packaging è molto bello e la cosa non è indispensabile ma di sicuro non guasta) non posso che spendere parole di apprezzamento per quest'album. Certo, tornando al discorso iniziale e chiudendo così il cerchio, qualcuno potrebbe obiettare che forse manca un po' di originalità. Magari tutti i torti non ce li ha, ma il rock non deve essere necessariamente originale, il rock è tradizione, e quando è ben pensato e ben suonato, schietto, diretto e vibrante cosa c'è di meglio? Questo disco è un vero e proprio condensato di energia, che penso renda ancora di più se ascoltato dal vivo, quindi se vi capita di incrociare i Cosmic Box dal vivo nella vostra città io se fossi in voi non me li lascerei scappare per nessun motivo; è un consiglio spassionato! [B!]


Tracklist:
01. New Way Home
02. Just Another Morning.
03. Don’t Move
04. All The Things You Cannot Hide
05. (The Story Of) Queen Grace
07. 66
08. Through Skin And Bones
09. L.B.S.
10. The Saily War
11. Osmose

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