Ephel Duath - Pain Necessary To Know

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Ephel Duath - Pain Necessary To Know

Anno: 2005

“Un viaggio negli inferi”: questo sarebbe il resoconto del disco che mi appresto a recensire se mi fosse chiesto un parere fulmineo al riguardo; tanto che nel remix destinato ad uscire un anno più in là, nel 2006 ad opera del maestro Eraldo Bernocchi, la scaletta dei titoli si compone di nove ‘gironi’ (Hole I, II, III… ecc.) coincidenti con le tracce originali.
Dopo aver siglato quel manifesto artistico a nome di ‘The Painter’s Palette’ (album simbolo e consacrazione degli ED nel novero dei 10 migliori gruppi avantgarde di sempre) Davide Tiso e soci ci consegnano nelle mani il lavoro più oscuro e intimistico mai partorito della loro carriera. Laddove in ‘The Painter’s(…)’ rimaneva una seppur particolare parvenza di forma-canzone, qui viene abbandonato ogni tipico schema strofa/ritornello/strofa senza però cadere nella dispersività tipica di certi ambienti avvezzi a definirsi ‘post-‘ ,dove di ‘post’ c’è poco o niente.
Il primo notevole cambiamento è da ricercare nella scelta degli strumenti, dove sono stati fatti dei tagli netti col passato: via la tromba che tanto aveva caratterizzato il timbro del precedente album. Restano quindi le chitarre, vera spina dorsale dei pezzi, ed ultimi ma non meno importanti il basso funambolico di Fabio Fecchio e la raffinata sezione di batteria di Davide Piovesan.
Dopo due accordi di hammond e un colpo di rullante partono le danze: New Disorder è l’opener lenta e cadenzata del disco. Un autentico inno al rumorismo intelligente che contraddistingue i nostri da tempo, sia su un piano musicale che su quello lirico. Vector,3rd movement è un susseguirsi di dissonanze su dissonanze che soltanto dopo ripetuti ascolti si riveleranno nella loro complessità strutturale. Pleonasm è un pezzo metal schizzato di due minuti scarsi che apre agilmente la strada alla successiva Few Stars, No Refrains and a Cigarette , la prima strumentale del disco con alcuni rimandi alla vecchia ‘Praha’ (unica strumentale di Painter’s Palette). A metà disco troviamo il pezzo più completo di Pain Necessary To Know, ovvero ‘Crystalline Whirl’: vorrei definirla ‘la hit del disco’ ma non oso farlo per ovvi motivi di incompatibilità radiofonica. In ogni caso, i tempi dispari e le dissonanze, seppur sempre presenti, vengono alleggeriti e resi più orecchiabili all’ascoltatore. Con ’Vector ‘(da non confondere con Vector, 3rd movement) comincia la seconda metà del disco: una metà più malinconica e introspettiva adatta a privilegiare le parti solistiche di Davide, la cui chitarra sconfina anche nel blues in più occasioni. L’ultima ‘Vector’, ovvero ‘second movement ‘è una sorta di jam dove si miscelano un po’ tutte le influenze dei componenti, dai riff atonali di Davide agli slap di Fabio, passando per alcuni loop elettronici come quello di un carillon in sottofondo ed altro ancora.
Come pezzo di chiusura, in grande stile, troviamo la grandiosa Imploding, una sorta di fusion metal molto azzeccato, ennesima conferma che il gruppo non si è permesso un solo calo di tensione durante tutto il minutaggio del disco.
Insomma, se cercate della musica pesante che spinga se stessa oltre le barriere della mediocrità, è molto probabile che in questo album troviate pane per i vostri denti.

Tracklist:

1. "New Disorder" – 5:01
2. "Vector (Third Movement)" – 4:15
3. "Pleonasm" – 2:31
4. "Few Stars, No Refrain And A Cigarette" – 3:43
5. "Crystalline Whirl" – 4:51
6. "I Killed Rebecca" – 5:23
7. "Vector" – 4:17
8. "Vector (Second Movement)" – 3:02
9. "Imploding" – 5:10

[Matteo Fossati]