andergr@und.it      Home IndipendenteMente Interviste Marsh Mallows

Marsh Mallows

E-mail Stampa PDF

Dopo ben sei anni d'attesa la rock band romagnola torna con nuovo album, "V", il quinto tassello della loro discografia. Abbiamo chiesto al gruppo di parlarci dei nuovi pezzi, del loro periodo di stop e dei loro progetti futuri

Una carriera lunga 16 anni, una pausa durata ben 6 anni. Dopo questo lungo periodo di stop tornano sulle scene i Marsh Mallows, che recentemente hanno pubblicato il loro quinto album, intitolato per l'appunto "V", segiuto di "La Fine del Mondo", uscito nel lontano 2008. Nonostante il lungo periodo di inattività i ragazzi sono ancora in forma splendida, e tornano facendo quello che hanno sempre saputo fare bene: pezzi potenti, incazzati, a cavallo tra rock, punk e metal, che parlano di temi d'attualità senza timori e senza peli sulla lingua: "È un disco semplice, ma di grosso impatto, potente, arrangiato, moderno, ottimamente prodotto, a tratti patinato ma senza perdere mai di vista la vena più nuda e cruda che ha sempre caratterizzato il sound della band".
I Marsh Mallows nascono nel 1998 in Romagna e come succede molto spesso cominciano la loro cavalcata musicale cimentandosi con cover di gruppi stranieri (NOFX, Green Day, Bad Religion ecc.), ma ben presto arriva la voglia di provare a cimentarsi con del materiale originale. Già nel 1999 arriva il primo demo autoprodotto "Speed-core Academy", mentre nel Luglio 2000 arriva "Alcatraz", il primo album ufficiale del gruppo:un mix di punk e hardcore melodico con qualche sfumatura metal. A Marzo 2003 esce il nuovo disco "Qualcosa di Nessuno", a cui segue "Imperfect" a inizio 2005 e "La Fine del Mondo" nel 2008. Nel frattempo ovviamente un sacco di live in giro per l'Italia, dividendo il palco anche con un sacco di gruppi molto blasonati italiani e stranieri, la partecipazione a diversi festival e contest importanti e un sacco di riconoscimenti.
Dopo "La Fine del Mondo" l'attività del gruppo si blocca. Nessun motivo particolare, nessuna scelta definitiva. Semplicemente la vita va avanti: lavoro, famiglia e altri impegni mettono in stand by il gruppo. Finchè in una serata di giugno 2013 la band riunita decide di ritornare a suonare insieme per alcuni live ad Ottobre per celebrare i 15 anni dall’uscita di "Alcatraz" e i 10 da "Qualcosa di nessuno". Da cosa nasce cosa: in pochi mesi è tornata la voglia di pubblicare un nuovo album. In pochissimi mesi, tra fine novembre e inizio aprile grazie all’aiuto del produttore Steve Scanu, la band registra 12 pezzi in pre-produzione e poi entra in studio per incidere "V", il quinto capitolo della storia dei Marsh Mallows. Jim lavora con Olly (Shandon, Fire ecc.) sulle voci e il maste del disco è affidato a Icio dell’Hatestudio. Il disco è stato pubblicato qualche settimana fa da Indiebox (distribuzione Self). Abbiamo chiesto ai Marsh Mallows del loro nuovo album, del loro periodo di pausa e delle loro intenzioni per il futuro. [B!]


Ciao ragazzi, benvenuti su andergraund! La storia dei Marsh Mallows comincia ben 16 anni fa. Quattro dischi pubblicati prima del 2008, un sacco di concerti e di partecipazioni a festival importanti sul curriculum. Poi dopo il 2008 un periodo di stop durato fino a qualche mese fa. Cosa vi ha tenuto lontano dai palchi tutto questo tempo?

Onestamente pensavamo di non aver più nulla da dire, e inoltre le nostre vite nel frattempo erano cambiate, ci siamo fatti una famiglia , dei figli, tutti impegni che portano via tempo, in realtà questi sei anni sono volati!

Nel corso di questi ultimi anni avevate già premeditato un possibileritorno o è stata una decisione maturata di botto negli ultimi mesi? Qual è stata la scintilla che ha riacceso il fuoco?

Tutto è nato due estati fa, con la voglia di jim di tornare live per celebrare i 10 anni dall'uscita di 'Qualcosa di nessuno' il nostro disco più amato dai fans (dopo un suo viaggio a Groezrock in Belgio) poi da lì Son successe tante cose, e ci sono venute tante idee che non potevamo non fare un quinto disco. Ed ecco in 5 mesi che è nato “V”!

I Marsh Mallows di oggi quando pensano ai Marsh Mallows di sedici anni fa come si vedono cambiati e in cosa si sentono ancora gli stessi degli inizi? Non tanto musicalmente parlando, di quello ci racconterete poi, ma anche come persone, come gruppo, come singoli musicisti, come approccio al lavoro...

Potrei dire che ci sentiamo gli stessi di 16 anni fa, forse siamo invecchiati esteticamente ma di sicuro siamo migliorati come persone, siamo più sicuri di quello che stiamo facendo e siamo contenti di poterlo ancora fare, forse 16 anni fa non pensavamo a quanto fosse importante scrivere e incidere musica propria e fare concerti live in giro per l'Italia! Abbiamo vissuto tutto senza pensare, senza programmare, liberi… ora siamo come 16 anni fa, liberi e decisi!!! Ma con una pellaccia invecchiata!

Abbiamo già detto che siete stati lontani dalle scene diversi anni. Parlando della scena musicale in generale , quali sono le differenze più sostanziali che avete avvertito rispetto a quando avevate pubblicato il vostro ultimo disco prima dello stop, ma anche rispetto ai vostri inizi. Sedici anni sono tanti, nel frattempo abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione!

Sinceramente non abbiamo mai capito la scena musicale italiana, nei primi anni 2000 band come la nostra potevano contare su un numero molto nutrito di giovani che ascoltavano musica alternativa italiana di tutti i generi, ed erano esperti conoscitori, disposti all'ascolto e alla ricerca di chi aveva qualcosa da dire... seguivano i live, seguivano le band. Ora ci pare che l'attenzione si sia focalizzata su ciò che ai giovani viene detto di ascoltare, nonostante ci sia più possibilità di scelta, grazie alle varie applicazioni tecnologiche, sembra che a nessuno interessi più il genere alternativo. Vedi ragazzini tatuati e pieni di piercing, vestiti come rock star che ascoltano rap commerciale... Questa è la situazione. Questa è la merda!!!!!

E parlando più strettamente di musica, da veterani della scena punk rock, come trovate la scena underground negli ultimi anni. Pare ci sia un sacco di fermento, ci sono molti gruppi nuovi che provano a lasciare il segno. I social network e internet danno sicuramente visibilità a un sacco di progetti nuovi. Quanta sostanza c'è dietro a tutto questo movimento?

Io (Fabio) da persona un po fuori dal mondo tutto questo fermento non lo vedo, almeno lo percepisco diversamente da come lo percepivo 16 anni fa, i social network possono dare una spinta in più, ma bisogna anche saperli usare, in questi ultimi anni l'attenzione delle persone è sempre più superficiale, soprattutto sui social un video di un gruppo emergente è solo una goccia d'acqua in un mare di informazioni.

Jackie: i social sono un arma a doppio taglio, da un lato offrono delle possibilità che una volta era impossibile avere, dall’altro il rischio è quello di perdersi forse un po’. Ci sono sicuramente tante band valide sulla scena, purtroppo la difficoltà, nonostante appunto i social, è quella nell’emergere e nel farsi adeguatamente sentire.

Veniamo al motivo per cui siamo qui oggi. Da qualche settimana è uscita la vostra ultima creatura, "V". Cosa rappresenta per voi questo disco? E’un punto di arrivo o un vero e proprio nuovo punto di partenza? O ricominciate da dove avete lasciato come se niente fosse? Il disco è nato d'istinto, e ha preso forma in pochi mesi. Si tratta di un episodio isolato o ormai che siete tornati contate di starci per molto molto tempo?

Questo nuovo disco rappresenta per me (Fabio), una sintesi delle nostre riflessioni personali, accantonate nel lato oscuro della nostra mente,nel corso di questi ultimi 6 anni.
Io penso che sia un punto di arrivo, volevamo mettere la parola fine ad un discorso lasciato in sospeso qualche anno fa in maniera limpida e decisa.
Ovviamente conoscendo il gruppo mai dire mai, tutto dipenderà da come andrà il disco, se piacerà, se ci saranno dei bei concerti e tutto il resto. Suonare in una band come la nostra non è facile soprattutto se devi far combaciare gli impegni con il lavoro e la famiglia moltiplicati per 5 persone.

I fan che ci seguivano all'epoca come hanno a accolto il vostro ritorno? Avete già avuto dei primi riscontri? E come sta andando il disco in generale? Siete soddisfatti delle prime reazioni?

I nostri fans storici sono fantastici, ci hanno sempre sostenuto e hanno sempre spinto per andare avanti nonostante le difficoltà, questo disco è per loro perché c'è lo hanno sempre chiesto in questi ultimi anni è ora che finalmente abbiamo potuto accontentarli. siamo contenti che il riscontro sia estremamente positivo! Più di quanto ci aspettassimo!

Musicalmente parlando come si è evoluto il sound dei Marsh Mallows in tutti questi anni? La base punk rock/Metal/Hardcore ovviamente è sempre quella, ma probabilmente si è arricchita di suoni nuovi e di nuove sfumature. E sicuramente anche di una maturità e di una sensibilità diversa come musicisti e come band.

Direi che l'evoluzione più grande sia stata nell'adottare una accordatura in "drop C" che ci ha permesso di avere suoni gravi più pesanti ma anche molto più dinamici, inoltre abbiamo deciso in fase di arrangiamento di eliminare il superfluo, cercando di arrivare con i riff le strofe e i ritornelli subito al sodo, tutto questo mantenendo il tiro che ci ha sempre contraddistinto.

Jackie: credo che l’idea generale sia stata quella di andare abbastanza diretti al sodo evitando un po’ di sovrastrutture eccessive nella costruzione dei pezzi, e privilegiando la cura degli arrangiamenti. Potrete notare un sacco di sovraincisioni di chitarre, voci ecc. Il sound si è sicuramente appesantito e modernizzato, l’energia è rimasta quella dei giorni migliori! Ne approfitto per fare una nota di merito a Steve, il nostro produttore che è stato per qualche mese il sesto componente della band a tutti gli effetti ed ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione del disco!

I vostri punti di riferimento principali oggi? Nel disco sono presenti due cover (gli unici due pezzi in inglese del disco): "Alien" dei Pennywise e "Civil War" dei Motorhead, che sono sicuramente un grosso indizio... Altre band verso cui vi sentite in debito?

Le band che ci hanno influenzato: Guns n roses, Metallica, iron maiden, Megadeth, Motorhead, Nirvana, Green day, Pearl jam, Sex pistols, Nofx, Rancid, Lag wagon, Trivium, Avenged sevenfold, Slipknot, Stone Sour, Rise Against

I testi sono piuttosto incazzati e parlano del quotidiano dei nostri tempi. Da dove cominciate per scrivere un testo? Prendete spunto da ciò che accade nella vostra sfera personale, dall'osservazione di ciò che succede per strada, dalla lettura dei giornali..? Da tutto questo messo insieme? Che idea ci siete fatti del difficile periodo che stiamo attraversando? So che la domanda è un po' ampia e generica, ma cerchiamo di rimanere sulla situazione in generale senza scendere troppo nello specifico.

Generalmente quando scriviamo un testo partiamo da un'idea personale, da una nostra visione di quel determinato argomento.
Nel mio caso specifico in questo ultimo lavoro ho cercato di concentrarmi molto sulle mie emozioni. La cosa più difficile è tradurre queste emozioni in parole che poi devono incastrarsi in un certo contesto metrico. È comunque un bel giochino per allenare la mente.
Jackie: credo che la maggior parte dei brani parlino di esperienze personali, amore, vita, rabbia, odio, ma anche positività in certi momenti. C’è una linea di fondo abbastanza scura, forse avevamo qualcosa da esorcizzare!


Ci sono anche due pezzi, "Impazzisco a San Francisco" e "Mad Bread", che invece sono più un omaggio a voi stessi, alla vostra storia e ai vostri fan. Raccontateci come è maturata la scelta di inserire queste due tracce nella tracklist del disco?

Inizialmente dovevamo inserire i vecchi brani rimasterizzati ma non si trovava più il mixato originale del nostro primo disco, a quel punto abbiamo deciso di suonarle live in studio ed il risultato è stato sorprendente, perché abbiamo dato a quei brani storici una versione molto più simile a quella che puoi ascoltare ad un nostro concerto.

Com'è stato lavorare coi ragazzi di IndieBox? Com’è nata la collaborazione?

Mauri è un amico da una vita, è un bravo ragazzo, un grande lavoratore, uno che ha sempre messo la faccia su tutto quello che faceva. Non è da tutti e nella scena italiana è più la gente che parla e sparla, rispetto a chi veramente, come Mauri, prende prova e fa!!!
La collaborazione: Mauri ha ascoltato la preview del disco ed è nata la collaborazione. Facile no?

Avete in programma delle date per portare in giro dal vivo i pezzi del nuovo disco? Quanto vi è pesata in tutti questi anni la lontananza dalle scene? Immagino che per un musicista sia la cosa più difficile da sopportare.

Il palco, i live sono la nostra vita. Il sol pensiero di dover star fermi, aspettare, attendere mi fa uscire matto (Jim). Voglio rivedere gente confrontarmi con persone nuove, far ascoltare I nuovi brani … FATECI SUONARE CAZZO!!!!!!!

Rimanendo in argomento live prima di lasciarvi mi tolgo una curiosità . Tra tutte le band importanti con cui avete avuto il piacere di dividere il palco nel corso degli anni quale incontro vi ha segnato maggiormente, umanamente e artisticamente?

Credo che vedere Bad Religion in soundcheck e live dal palco sia stato per tutti la prova che il punk rock va fatto e va fatto bene. Delle macchine!!!!! Incredibili!
Stessa sensazione provata con Social Distortion a Bologna.

Bene ragazzi, abbiamo quasi finito. Prima di lasciarvi ci chiedi solo quali saranno le vostre prossime mosse. Avete già dei progetti a breve e lungo termine?

Progetti: suonare, suonare e suonare!!!! Far ascoltare “V” a più gente possibile, dire a tutti “ siamo tornati” ma farlo da un palco. Il sogno sarebbe riuscire ad essere inseriti in qualche festival o line up importante …. Il pay to play si fotta!!! Metteci sul palco e vi spaccheremo il culo!!!!

Grazie mille per il tempo che ci avete dedicato e un grosso in bocca al lupo per il vostro ritorno!



it-it.facebook.com/pages/MARSH-MALLOWS

 

Arretrati

Collabora con noi!

Statistiche

 Statistiche gratis