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Simone Vignola - Going to the Next Level

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Simone Vignola - Going to the Next Level

Etichetta: Black Cavia

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Solitamente il bassista in un gruppo è quello che fa il lavoro sporco. Così come il batterista, molto spesso si sacrifica e sta un po' in secondo piano mettendosi al servizio dell'estro e della bravura del chitarrista (che molto spesso è anche frontman della band), che si prende la maggior parte dei riflettori e della gloria. Ma il bassista non se la prende, ci sta volentieri al gioco, è umile di natura, è un lavoratore infaticabile, non suona tanto per la gloria quanto per amore incondizionato di quello che fa. Come tutti i musicisti ovviamente, ma con un qualcosa in più. E' passione allo stato puro. A dimostrazione di quanto detto infatti è abbastanza raro sentir parlare di un bassista che si sgancia dal gruppo per provare ad inseguire la propria strada come solista. Simone Vignola invece ha avuto l'intuizione giusta, la bravura, l'estro e il coraggio di buttarsi anima e corpo in un progetto tutto suo, unico e interessantissimo. Giovanissimo, classe 1987, Simone è un bassista eccezionale. Tiene in mano una chitarra fin da quando era un bambino, per poi convertirsi al basso poco più che adolescente. Musicista di talento eccezionale, nel corso degli anni è riuscito a far conoscere il suo nome, ha vinto premi e riconoscimenti e ha collaborato con un sacco di artisti importanti, suonando anche in alcune band. Poi è arrivata la decisione di intraprendere un percorso diverso, la voglia di esprimere le proprie emozioni e i propri sentimenti attraverso pezzi che fossero solo suoi ha preso il sopravvento, e così ha preso il via la sua carriera solista. Dopo un primo ep di tre pezzi pubblicato nel 2009, "Love Song", finalmente Simone è riuscito a realizzare il suo primo album vero e proprio, "Going to the Next Level", che è attualmente in commercio. "Non credo ci sia un motivo reale per cui ho deciso di intraprendere questo viaggio solitario; a volte è bello partire senza una meta reale. Provenendo da un background più da musicista che da artista è stato molto bizzarra la scelta del genere, ma anche per questo non trovo una reale motivazione. Non ho mai avuto obbiettivi sociali o economici, forse è un po’ come decidere di prendere i voti. Ad oggi, dopo tre anni di attività e di sperimentazione, credo che sia stata la scelta più giusta della mia vita. La dimensione solista, quando sei tu che fai tutto, dalla creazione delle canzoni alla commercializzazione delle stesse, è il massimo della libertà di espressione che si possa raggiungere".
"Going to the Next Level" è un disco originalissimo, Simone Vignola è veramente riuscito a trovare una strada tutta sua, ed ha centrato il bersaglio. Tredici pezzi piacevoli, freschi, ritmati che scorrono via senza intoppi. Un disco personalissimo, curato da Simone al 99,9%. Eccetto le chitarre elettriche in "I am broken" il resto è tutto farina del suo sacco, dalla scrittura all'arrangiamento dei pezzi, dalla registrazione delle parti di basso, chitarra, percussioni e voce fino alla programmazione dell'elettronica. E devo ammettere che il risultato è ottimo: i pezzi suonano in maniera ineccepibile, il basso è incredibile (ma questo lo potevamo immaginare visti i trascorsi dell'artista), e come se non bastasse sono anche cantati molto bene (ebbene sì, Vignola ha anche una bella voce). Insomma, un ottimo lavoro.
Le tematiche affronate nei pezzi sono svariate e fotografano le tappe fondamentali del percorso di crescita umana dell'artista: "Di fondo penso che l’amore muova la musica. I momenti in cui compongo sono momenti felici, cerco di descrivere quelle sensazioni che mi danno gioia. Questo primo disco rappresenta la scelta, la voglia di non fermarsi, la conquista della libertà tramite la propria passione; andare al prossimo livello senza rimanere intrappolato nella Still Life". E ancora "Il fatto che nel disco rientrino canzoni targate 2006 come "Time Is Flying Again" fa capire che "Going to the Next Level" è semplicemente un contenitore di emozioni ed esperienze, quello che pensavo e provavo mentre capivo la mia direzione di vita. Non che oggi la conosca... Dal punto di vista tecnico non ho impiegato molto per realizzare questo lavoro, quasi tutte prime take, suoni di basso abbastanza grezzi e naturali. L’avvicinamento a quella che chiamo “loop music” (in cui includo alcuni tipi di House Music, tipo la french) e l’utilizzo dal vivo della loop station mi hanno dato un certo modus operandi. Oltre ai loop ritmici ho lavorato molto su loop melodici di basso, incentrando il focus sul groove. Il fatto che il basso, dopo aver guadagnato l’attenzione dell’ascoltatore, muova gli stessi loop melodici su accordi o tonalità diverse mi affascinava molto, ed è quello che ad oggi faccio dal vivo. Dare più colori ad una stessa frase, valorizzare i loop contestualizzandoli su vari accordi, far assumere ad un ritmo diversi accenti sono alcuni dei punti chiave della mia sperimentazione in questo album. Per il resto mi ritengo comunque un eclettico e mi diverte molto suonare il basso in un certo modo. In fondo, più che la voce, è il basso che fa la differenza nel disco".
Insomma questo disco è la dimostrazione che, nonostante l'idea che circola nell'immaginario comune, essere bassista e cantautore sono due cose che possono andare tranquillamente di pari passo. Un sincero complimento a Simone Vignola per quello che riuscito a fare. [B!]

 

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