E’ un ritratto abbastanza impietoso del nostro paese quello che i My Own Rush tratteggiano nel loro primo album “Sogno Italiano”. 10 pezzi di rock’n roll nudo e crudo, potente ed energico, semplice e diretto come un pugno nello stomaco. “Sogno Italiano” parla della generazione dei cosiddetti bamboccioni con cinica ironia, tracciando un ritratto quanto mai lucido e disincantato della difficile situazione che sta attraversando l’Italia in questi anni. E non si salva proprio nessuno: dalla nostra classe dirigente, che invece di guidarci e darci risposte in un momento così delicato, pensa a godersi al massimo tutti i privilegi che la condizione di politico regala, alla generazione dei mammoni che, forti del loro contratto a progetto sono costretti a vivere in casa fino a quarant’anni, e ripongono i loro sogni e le loro speranze in un biglietto del gratta e vinci, dalle quindicenni disposte a tutto pur di avere un incontro ravvicinato con l’ idolo musicale del momento, magari appena fuoriuscito da qualche talent, ai discografici per cui ormai esiste solo il profitto e ai giornalisti musicali. Ma attenzione, non si tratta di un disco pesante e carico di pessimismo. Al contrario. Come dichiarano gli stessi MOR, vuole essere un invito “a sbattersi e rimboccarsi le maniche!”. E c’è anche posto per “Dolce Polly”, l’immancabile ballata romantica, ma anche questa ovviamente in perfetto stile My Own Rush. Assolutamente da ascoltare! [B!]
My Own Rush - Sogno Italiano
E’ un ritratto abbastanza impietoso del nostro paese quello che i My Own Rush tratteggiano nel loro primo album “Sogno Italiano”. 10 pezzi di rock’n roll nudo e crudo, potente ed energico, semplice e diretto come un pugno nello stomaco. “Sogno Italiano” parla della generazione dei cosiddetti bamboccioni con cinica ironia, tracciando un ritratto quanto mai lucido e disincantato della difficile situazione che sta attraversando l’Italia in questi anni. E non si salva proprio nessuno: dalla nostra classe dirigente, che invece di guidarci e darci risposte in un momento così delicato, pensa a godersi al massimo tutti i privilegi che la condizione di politico regala, alla generazione dei mammoni che, forti del loro contratto a progetto sono costretti a vivere in casa fino a quarant’anni, e ripongono i loro sogni e le loro speranze in un biglietto del gratta e vinci, dalle quindicenni disposte a tutto pur di avere un incontro ravvicinato con l’ idolo musicale del momento, magari appena fuoriuscito da qualche talent, ai discografici per cui ormai esiste solo il profitto e ai giornalisti musicali. Ma attenzione, non si tratta di un disco pesante e carico di pessimismo. Al contrario. Come dichiarano gli stessi MOR, vuole essere un invito “a sbattersi e rimboccarsi le maniche!”. E c’è anche posto per “Dolce Polly”, l’immancabile ballata romantica, ma anche questa ovviamente in perfetto stile My Own Rush. Assolutamente da ascoltare! [B!]
