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Intervista a Paola e Chiara - a cura di Michela Garau

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Secondo set: la battuta a Chiara - Primo set: la palla a Paola

"Win the Game" è il vostro primo album indipendente. Per voi è stata una sfida. Quale pensi sia la sfida più importante che hai vinto nella tua vita?

Sono una persona creativa e sono contenta di aver messo in atto idee nella musica in cui la gente si è riconosciuta. La sfida più importante è quella con me stessa: lentamente e, passo dopo passo, ci sto arrivando.

È appena uscito il vostro singolo “Vanity & Pride”: ti senti più vanitosa o più orgogliosa?

Orgogliosa... ma dipende. Nella canzone sia la vanità che l'orgoglio sono impedimenti alla realizzazione personale, a meno che non si usino questi atteggiamenti con divertimento e autoironia.

Com'è nata la vostra collaborazione con Simone Falcetta, regista di “Vanity & Pride”? L'idea del match di tennis è partita da te e Paola?

Simone è amico di un nostro amico fotografo. Sì, l'idea è partita da noi due.

Il videoclip di “Vanity & Pride” sta andando molto bene... Sin dai primi giorni è stato cliccatissimo su You Tube. Ti saresti aspettata un tale successo?

Il successo di un'idea è imprevedibile. Noi ci abbiamo messo molta energia, ci siamo allenate due settimane prima delle riprese. Sono contenta stia andando bene.

A proposito di You Tube: è appena nato il canale ufficiale di Paola & Chiara. Cosa vi ha spinto a crearlo?

L'idea di “investire” tempo ed energia sul web: ci crediamo. È da tempo che la gente trova nel web tutto ciò che le serve, c'è più libertà e meno pregiuizio. Ognuno sceglie ciò che gli pare.

I vostri ultimi pezzi sono stati remixati da tanti artisti che avete conosciuto su My Space. Come sono nate le collaborazoni e quale ti ha dato maggiore soddisfazione?

Tutte sono state importanti. Ci ha stupito Felix da Housecat, ci ha riempite di complimenti. Ci ha detto che le nostre voci sono incredibili.

Ricordo un'intervista che vi fecero nel 1997, ai vostri esordi. Vi sarebbe piaciuto produrre nuovi talenti. Ora avete una vostra etichetta e più di 10 anni di esperienza... Sareste interessate a produre qualche giovane musicista, magari scoperto su My Space?

Eccome! Prima dobbiamo far crescere l'etichetta, però. Ci vuole un po' di tempo, oggi il mercato è in crisi, ma una buona idea arriva sempre alla gente.

Hai dato vita ad alcuni tuoi progetti. Da prima la tua personale “Imperfections”, poi “Love Kills” e, infine, il tuo singolo “Nothing at All”. Come ti sei sentita a dover affrontare degli impegni lavorativi per la prima volta senza essere Paola & Chiara, ma solo Chiara?

Non lo so e non ricordo. Sono passata attraverso quelle esperienze come in uno stato di trance. Qualcosa mi ha guidata lì. La creatività ha le sue leggi: non chiede permesso, ti prende, ti sbatte al muro e ti dice “Ed ora fai”.

Quali emozioni sei riuscita ad esprimere attraverso le tue tele ed installazioni che, secondo te, con la musica non sei riuscita a comunicare?

Ho espresso “l'incomunicabile”. Nella scrittura musicale pop non sarei riuscita, non funziona. So solo che, in un momento in cui il cuore non riusciva a parlare con la mente, mi sono vista costretta a dipingere, ed io stessa non capivo il perchè di quelle figure, né i titoli che avevo dato alle tele. Quelle immagini mi parlavano, ma io le ho comprese solo di recente.

“Nothing at All”, come il vostro ultimo album “Win the Game”, nasce anche come supporto all'associazione Raising Malawi. Pensi che tu e Paola visiterete quella zona dell'Africa?

Ci hanno chiesto di andare. Non siamo ancora riuscite ad organizzarci per via dell'immenso lavoro che c'è qui dall'apertura dell'etichetta.

È nata recentemente, appunto, la vostra etichetta discografica indipendente, la Trepertre. Come ci si sente a doversi occupare di tutti gli aspetti del lavoro? Più soddisfazioni o più preoccupazioni?

Entrambe le cose. Ci stiamo conquistando, ogni giorno, la possibilità di imparare come si fa.

Ho letto, in una recente intervista, che questa etichetta è un po' una rivincita verso tutti coloro che, all'inizio della vostra carriera, avevano detto che sareste durate solo una settimana. Cosa ti senti di dire, dopo ben 11 anni di carriera e 6 album all'attivo, alle persone che non avrebbero mai scommesso su di voi? In effetti avete vinto il gioco.

Tantissime persone hanno cambiato idea su di noi, già questo mi rende felice. Altre persone sono troppo arrabbiate con il mondo e fanno fatica a riconoscere negli altri qualcosa di bello. Mi dispiace perché è un atteggiamento che ti si riversa contro. Giudicando gli altri si verrà, poi, giudicati nello stesso modo.

In “Win the Game” c'è un pezzo molto bello: “Rumors”. C'è stato un pettegolezzo su Paola& Chiara, magari apparso su qualche rivista, che ti ha fatto soffrire perchè non veritiero?

È girato di tutto su di noi, ma preferisco non menzionare nulla. La malalingua è uno strumento micidiale, ma chi lo pratica ha di che preoccuparsi. Tutto nella vita torna. Non si sa quando, ma torna.

L'anno scorso, con l'uscita di “Second Life”, avete festeggiato 10 anni di carriera e tanti dischi venduti in tutto il mondo. Ritornando indietro rifaresti tutte le scelte che hai dovuto fare per arrivare fino ad oggi? O, riflettendoci, ti sei mai pentita di qualche scelta fatta? Tipo un pezzo che, oggi, non incideresti?

Ho vissuto male Sanremo '98 ed il disco “Giornata Storica”. Ma non si può cancellare il passato e rifarlo da capo, gli errori e le esperienze dolorose servono a capire. Se sono successe c'è un motivo.

In quasi tutti i vostri album c'è un brano dedicato ad una donna: penso a “Bella”, “Francy”, “Nina”, “Elena Fragola”, “Vicky” e “Diana”. In “Win the Game” c'è qualche pezzo che, anche se non esplicitamente, è dedicato ad una donna in particolare?

In “Tu sei il futuro” raccontiamo di una “lei” che ha vissuto una storia. Questa lei potrebbe essere chiunque, tecnicamente è un collage di esperienze personali mie e di Paola.

Se ti chiedessero di utilizzare la storia di un pezzo composto da voi per creare la sceneggiatura di un film, quale pezzo consiglieresti?

“Amoremidai”. È la scena di una telefonata tra due persone. Anche “Tu sei il futuro” dell'ultimo album, è molto filmica.

Nel 2005 è uscito il vostro primo “Greatest Hits”. Durante il periodo promozionale ricordo che interpretavate in modo sublime “Time after the time”. Come mai non l'avete incisa ed inserita in “Win the Game”?

Non so perché, alla fine non ci abbiamo più pensato. Ma la facciamo spesso dal vivo.

Sanremo: 1997, 1998 e 2005. E, nel 2008, ospiti al fianco di Michele Zarrillo. Quattro volte sul palco dell'Ariston, 4 emozioni diverse. Quale partecipazione ti ha dato di più a livello musicale e personale?

“Amici come prima” perchè era il primo, e poi “A modo mio”. Anche l'esperienza con Zarrillo ci ha divertite molto.

Come si nota sia dai videoclip che dai booklet dei vostri cd avete sempre un look molto curato. Avete esordito vestendovi uguali: oggi lo rifaresti?

Se è per una citazione ironica, come per ricordare ciò che siamo state in passato, sì. Ma solo in rare occasioni. Sono passati anni, non potremmo più tornare e vestirci uguali.

Qual è il tuo abbigliamento preferito quando non sei in scena?

Jeans o tuta. E se vado a cena mi piace uno stile bon ton, lingerie non troppo elaborata. Sono una semplice, vado orgogliosa del mio stile. Ma potrei reggere anche uno lungo da sera, o un abito vittoriano, o un kaftano anni '70, o giacca e pantalone in stile manageriale. Come idea potrei mettere tutto, non mi pongo limiti, l'abito rappresenta ciò che sono in quel momento. Ma indosso ogni cosa sempre e comunque a modo mio.

Cambiate spesso immagine ed è nata recentemente la collaborazione con la griffe Lacoste. Un'immagine più sportiva, quindi, ma sempre sofisticara e sexy. Quanto sono importanti l'aspetto fisico e l'immagine per te?

Se non mi sento a posto fisicamente non sono a mio agio. Il fisico riflette come stai dentro. Ho riscoperto la cura del corpo e sto benissimo, per me è molto importante. Ho qualche ricetta elaborata da me da spargere in giro, prima o poi lo farò.

Qualcosa che invidi fisicamente di tua sorella?

Non ho invidie per natura. Non mi interessa invidiare, siamo diverse (siamo tutti diversi!), e questo è il bello.

Tra 10 anni: carriere soliste o ancora insieme?

In 10 anni possono succedere tante cose, non saprei dirti ora.

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Paola & Chiara

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