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Neurodeliri - Quello che Resta

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Neurodeliri - Quello che Resta

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Importante prova del primo album per i Neurodeliri, rock band toscana che ha fatto uscire da poche settimane "Quello che Resta", il loro esordio ufficiale sulla scena discografica.

Partiamo da una delle cose forse più marginali di un cd: il packaging. Certo, l'essenziale è che la musica contenuta al suo interno sia di qualità, su questo non c'è dubbio. Ovviamente la sostanza prevale sempre sulla forma. Ma visto che l'occhio vuole la sua parte, se anche esteticamente il prodotto è attraente, in tempi di crisi del mercato discografico certamente la cosa non guasta. E fin dal concept grafico "Quello che Resta" è un lavoro piacevole, pulito e ben realizzato. Quindi, fatti i dovuti complimenti al grafico che si è occupato del pacchetto, passiamo al contenuto della scatola.

Nove tracce tiratissime ed esplosive, un condensato di adrenalina, un'esplosione di ritmo che sicuramente non lascia indifferenti. Una deflagrazione di energia che travolge tutto ciò che incontra. Un buon punk rock di ispirazione classica, suonato bene e prodotto con molta cura. Dal punto di vista musicale quindi nessun appunto da fare.

C'è molto di più da parlare invece a mio modo di vedere se ci sofferma con più attenzione ad ascoltare i testi del disco. Premetto che sette tracce su nove sono in italiano, le altre due sono in inglese. Scelta coraggiosa ma che in questo caso sicuramente paga perchè le liriche sono effettivamente il punto di forza di questo disco. E non è cosa da tutti riuscire a far sposare ritmi così serrati con testi in italiano. E per di più i concetti sono così incredibilmente chiari e diretti che è veramente un piacere stare ad ascoltarli.
Le tematiche sono importanti e fotografano in maniera lucida e irreverente i pregi e i difetti della società contemporanea, le paure e le ansie che accomunano un'intera generazione. E c'è anche spazio per parlare di Dio. "Niente di Più", che a mio modo di vedere è il pezzo più interessante dell'album, nasconde, sotto la maschera di canzone melodica e accattivante da canticchiare ad alta voce, in macchina, in estate, col braccio fuori dal finestrino, un'intressantissima riflessione sul tema della fede e del rapporto tra umano e divino. Senza parole. Bellissima. E anche le due canzoni in inglese sono molto valide, decisamente radiofoniche e piacevoli, ma con un qualcosa in meno rispetto agli altri pezzi in italiano.

Che devo aggiungere? Davvero un bel disco. Mi sono veramente divertito ad ascoltarlo. Per quanto mi riguarda i Neurodeliri hanno veramente fatto centro! [B!]

 

Arretrati

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