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Around A - Four Is Not a Number

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Around A - Four Is Not a Number

Etichetta: Skpmz / Believe Digital

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L'Emilia Romagna, e Bologna in particolare, si conferma per l'ennesima volta un territorio particolarmente ricco di fermento creativo e in grado di riservare piacevoli sorprese anche dal punto di vista musicale. La città dei portici infatti ultimamente sta dando alla luce una discreta quantità di gruppi e di artisti parecchio interessanti in prospettiva, gruppi che amano la sperimantazione, gruppi che amano giocare e misurarsi anche con sonorità un po' più ricercate con cui molto spesso le giovani rock band non amano o non osano mettersi alla prova. Attenzione, non sto dicendo che gli Around A siano i nuovi Radiohead o gli eredi naturali di Pete Doherty. Però penso che il loro ep d'esordio "Four Is Not a Number" sia sicuramente un buon punto di partenza. Poi si cresce, si matura e si migliora, ma partire col piede giusto è già una gran cosa. Ovviamente i pezzi presenti nella tracklist di "Four Is Not a Number" sono quattro, come quattro sono i componenti del gruppo (intuiamo che forse quattro potrebbe essere un numero ricorrente nella storia degli Around A...), e sono il condensato di una grossa quantità di riferimenti e di influenze diverse. Evidentemente i ragazzi ne hanno ascoltata parecchia di musica, e tutto questo loro bagaglio di conoscenza è stato frullato e fatto confluire in questi quindici piacevoli minuti di note.
Un'indie rock fresco e spontaneo che si mescola con un po' di buon raffinato pop di scuola british dando un risultato a mio modo di vedere piuttosto convincente. Tra i quattro pezzi il più valido secondo me è "Day By Day", una godibilissima pop song di cui apprezzo soprattutto il bell'intreccio di chitarra acustica e piano. Una canzone che mi ricorda molto la classe e la creatività di Badly Drown Boy.
Qualche pecca c'è, ovviamente la strada da fare è ancora lunga, ma come già detto prima, il punto di partenza secondo me è più che incoraggiante. Gli Around A sembrano buoni musicisti, sul cantato forse bisognerebbe lavorarci su ancora un po', ma il tempo di farlo sicuramente non mancherà; in compenso è molto interessante il discorso della doppia voce, maschile e femminile. Anche dal punto di vista della produzione come direbbe il conterraneo Gianni Morandi in trio con Ruggeri e Tozzi, si può dare di più, ma suvvia, non stiamo a cercare il pelo nell'uovo: nel complesso l'ep è godibilissimo, fresco e piacevole, e per ora tanto basta. Penso che se in futuro i ragazzi sapranno migliorare, continuando senza inciampare lungo il percorso intrapreso, le carte in regola per far bene ci siano tutte. [B!]

 

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