Che Max Gazzè sia uno dei cantautori più validi che abbiamo in Italia, questo già lo si sapeva, anche se molto spesso viene dimenticato o poco considerato. Basta pensare che il gioiello che ha presentato all'ultimo Festival di Sanremo, "Il solito Sesso", non figura nemmeno nella rosa dei primi dieci classificati. Ma il pubblico, checché se ne dica, sa distinguere la buona musica, tanto che il pezzo è uno dei più apprezzati in assoluto dalla gente e uno dei più trasmessi dalle radio. E con questo suo ultimo album "Tra l'Aratro e la Radio" sembra voler ricordare al mondo di esisterre e confermare ancora una volta il suo grande valore artistico. Una raccolta di canzoni piacevoli e positive, ben scritte e ben arrangiate, dai testi per alcuni versi piuttosto sognanti, per altri molto concreti e ancorati alla realtà. Tra i brani più riusciti, a parte il bellissimo singolo già citato, "Mostri", uno dei pezzi più rock, "Elogio alla sublime convivenza", in cui Gazzè torna ad esaminare le complicate meccaniche del rapporto di coppia, la struggente "L'Ultimo Cielo", la bersaniana "Tornerai Qui", la delicatissima "Vuoti a rendere" e, al grido di non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, "Siamo come Siamo". Un bel disco, per me il vincitore morale del Festival.
Max Gazze' - Tra l' aratro e la radio
Che Max Gazzè sia uno dei cantautori più validi che abbiamo in Italia, questo già lo si sapeva, anche se molto spesso viene dimenticato o poco considerato. Basta pensare che il gioiello che ha presentato all'ultimo Festival di Sanremo, "Il solito Sesso", non figura nemmeno nella rosa dei primi dieci classificati. Ma il pubblico, checché se ne dica, sa distinguere la buona musica, tanto che il pezzo è uno dei più apprezzati in assoluto dalla gente e uno dei più trasmessi dalle radio. E con questo suo ultimo album "Tra l'Aratro e la Radio" sembra voler ricordare al mondo di esisterre e confermare ancora una volta il suo grande valore artistico. Una raccolta di canzoni piacevoli e positive, ben scritte e ben arrangiate, dai testi per alcuni versi piuttosto sognanti, per altri molto concreti e ancorati alla realtà. Tra i brani più riusciti, a parte il bellissimo singolo già citato, "Mostri", uno dei pezzi più rock, "Elogio alla sublime convivenza", in cui Gazzè torna ad esaminare le complicate meccaniche del rapporto di coppia, la struggente "L'Ultimo Cielo", la bersaniana "Tornerai Qui", la delicatissima "Vuoti a rendere" e, al grido di non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, "Siamo come Siamo". Un bel disco, per me il vincitore morale del Festival.
