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Jovanotti - Safari

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Jovanotti - SafariQual è il ruolo di Jovanotti nel contesto della musica italiana del nuovo millennio? A inizio carriera era il dissacratore, quello che se ne fregava di tutto e di tutti, il ragazzo spigliato e sicuro a cui tutti volevano assomigliare e per questo veniva idolatrato dagli adolescenti di allora. Poi il suo pubblico è cresciuto, e verso la fine degli anni ‘90, a partire da Ragazzo Fortunato in poi, ha assunto il ruolo di “profeta generazionale”, giovane e con tanti sogni nel cassetto, che avrebbe voluto cambiare il mondo con la sua musica. E oggi? Bè, oggi e più grande a probabilmente è semplicemente diventato un buonissimo cantautore, diviso tra passato e futuro, che non ha paura di sperimentare nuove forme di comunicazione, ma che non disdegna nemmeno gli schemi più classici. E secondo me è proprio in quest’ultimo frangente che Lorenzo in Safari supera se stesso. E’ nei brani più semplici solo voce e piano o voce e chitarra che tira fuori il meglio di se. Fango è un pezzo che non ha bisogno di presentazioni, bello, profondo, e in cui la chitarra di Ben Harper aggiunge quel qualcosa in più che lo rende veramente unico. Stesso dicasi per A Te, Come Musica e Innamorato, splendidi lenti che toccano, emozionano e commuovono. In queste tracce Jovanotti raggiunge picchi di qualità elevatissimi. E anche il resto del disco è molto valido. Negli altri brani Lorenzo si diverte a giocare con suoni più articolati e ricercati, mescolando tradizione musicale nostrana a sonorità più esotiche, e il risultato è quasi sempre fresco e piacevole. Ben fatto!
 

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